Fabrizio De Andrè e la Genova d'Appennino

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April 13, 2010 | History

Fabrizio De Andrè e la Genova d'Appennino

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L’economia della nostra valle è sempre dipesa dalle fortune di Genova, e quando d’estate, negli anni ‘50 e ’60, venivano su i villeggianti li guardavamo con un po’ d’invidia. In Valle Scrivia siamo quasi tutti innamorati della “Lanterna”: “Ci sentiamo genovesi, ma siamo quelli un po’ più in là,
quelli della Genova d’Appennino”.
Da sempre abbiamo fatto riferimento a Genova: per la scuola e gli amici, il divertimento, il lavoro e le ragazze. Aveva puntato il dito su di noi anche Bruno Lauzi con la sua “Genova per noi”, raccontando come si sentiva un giovane dei nostri posti quando andava nella “Superba”. Questo racconta il nuovo libro del giornalista-scrittore e collezionista discografico Sergio “Teddy” Di Tonno. Lui è di Ronco Scrivia ma nessuno se ne accorge dato che è sovente, a presentare libri e mostre, in “trasferta”. Recentemente ha ottenuto, proprio con questo nuovo libro, un lusinghiero successo a Novi Ligure, nella splendida Biblioteca Civica in via Marconi. Nella stessa manifestazione è stata molto apprezzata e reclamizzata, dalla stampa piemontese, la mostra dedicata al cantautore genovese con materiale del Fan Club De Andrè Valle Scrivia di Busalla.
Di cosa trattava la mostra? Tanto materiale cartaceo che ripercorre tutta la carriera dello sfortunato cantautore e le copertine più note dei suoi long playings. Una nostalgica carrellata di ricordi collocati in un periodo storico tra i più amati dagli italiani, gli anni ‘60.
E il libro? Inizia dalla fine degli anni ‘50 quando cinque amici: De Andrè, Bindi, Paoli, Tenco e Lauzi, si riunivano nei bar di Caricamento e De Ferrari per parlare di lotta e di rivoluzione, quella musicale s’intende, costò loro molta fatica intrisa di delusioni, ma alla fine fu vittoria. Quello che erano riusciti a combinare oggi ha un nome: senza volerlo avevano fondato la Scuola Genovese dei Cantautori che rivoluzionò il mondo dell’italica canzonetta.
Con la splendida introduzione di Don Andrea Gallo la vita completa di Fabrizio e la rappresentazione di tutti i paesi della Valle Scrivia, da Montoggio a Serravalle, che, proprio nel periodo sopra citato, nelle loro sale da ballo facevano divertire migliaia di giovani, tra i quali De Andrè, Villaggio, Grillo, Michele e tutti i loro amici. Infatti dal 1958 ai primi ‘70 De Andrè, soprattutto nei mesi estivi, dimorava a Savignone e Sarissola, e con tutta la sua compagnia effettuava incursioni nelle sale da ballo della Valle Scrivia: dal Tukul di Avosso all’Appennino di Busalla, dal Columbia di Ronco alla Buca di Bacco di Vignole fino alla Sala Ambra di Serravalle.
Nella vita del cantante il 1968 fu l’anno più importante; la versione di Mina de “La canzone di Marinella” metteva in luce il personaggio che fino ad allora era stato apostrofato come “il più famoso dei cantautori sconosciuti”. A dire il vero Fabrizio tale denominazione se l’era anche un po’ cercata dato che non amava esibirsi in pubblico e sicuramente disdegnava il gossip che, anche all’epoca, riempiva interi rotocalchi regalando notorietà ai protagonisti della cronaca spicciola. Nel 1969 per Fabrizio iniziava la vera carriera di cantautore, fino ad un anno prima si limitava a dire che probabilmente avrebbe lasciato la canzone per riprendere gli studi precedentemente interrotti.
Il libro, quindi, analizza il cantante Fabrizio De Andrè nella sua giusta collocazione, ossia tra “Cronaca e Mito”, tra dichiarazioni e pensieri d’amore a lui dedicati che lo collocano in una posizione quasi irreale, confusa in un alone poetico senza tempo e senza dimensione.
Non mancano interviste realizzate alcuni decenni or sono ed è curioso notare come le opinioni di Fabrizio siano rimaste immutate nel tempo: segno evidente di ferree convinzioni personali. Di Tonno racconta anche un aneddoto di quando era il cantante del complesso beat “I Problemi” e si esibiva tutte le domeniche pomeriggio a Sarissola di Busalla: “Non credo che in Italia siano in molti che possono dire di aver rifiutato il palco a De Andrè. Io e i miei compagni lo abbiamo fatto, ma il retroscena di ciò che accadde quel giorno del 1967 è nel libro”.
Alcune pagine sono dedicate ad artisti che con De Andrè, a Genova, hanno vissuto i tempi della ribellione artistica, in seguito meglio conosciuta come la Scuola dei Cantautori Genovesi. E’ altresì presente una galleria di singers americani e chansonniers francesi che lui amava e dai quali era stato profondamente ispirato. Anche se la carriera di Fabrizio è durata quarant’anni, nel panorama musicale nostrano la sua arte poetica è passata come una tempesta che ha sradicato tutte le vecchie ideologie e le antiche rime di casa nostra. Purtroppo per molti la schiarita e la definitiva conoscenza dei profondi contenuti del cantautore Fabrizio De Andrè c’è stata solo dopo la sua prematura dipartita.

Publish Date
Publisher
Joker
Language
Italian
Pages
172

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Edition Availability
Cover of: Fabrizio De Andrè e la Genova d'Appennino
Fabrizio De Andrè e la Genova d'Appennino
2009, Joker
in Italian - 1. ed.

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Book Details


Edition Notes

Discography: p. 21-46.

Published in
Novi Ligure (AL) [i.e. Alessandria, Italy]
Genre
Biography

Classifications

Library of Congress
ML420.D39 D523 2009

The Physical Object

Pagination
172 p. :
Number of pages
172

ID Numbers

Open Library
OL23700595M
ISBN 13
9788875362255
LCCN
2009420551

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September 11, 2009 Edited by 87.9.125.249 Inserita la copertina originale e il significato del libro
September 10, 2009 Created by ImportBot Imported from Library of Congress MARC record