Città tecnologie ambiente

Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione ambientale

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September 25, 2024 | History

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Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione ambientale

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Città, tecnologie, ambiente: le città mondiali, metropoli e megalopoli sostenute da una concentrazione tecnologica prima d'ora impensabile, sono la nuova dimensione dell'urbanesimo.
Le tecnologie, con tutte le implicazioni legate all'innovazione, nell'urbanistica sono essenziali per rispondere correttamente al governo delle azioni di lunga durata e alla formazione delle condizioni generali economiche e sociali. Le tecnologie, infatti, investono piano, gestione, attuazione e controllo; coinvolgono tutto il processo conoscitivo; modificano la formulazione teorica e gli aspetti pragmatici della disciplina. Tanto più se quel processo sarà fondato su principi di sostenibilità.
Le infrastrutture per trasportare energia, acqua e cibi o per smaltire i rifiuti costituiscono gli aspetti concreti che reggono l'urbanesimo, ma dietro ad essi vi sono processi decisionali e processi di controlli della loro costruzione e gestione, il cui successo in larga parte dipende dalla stessa innovazione di procedure e tecniche amministrative.
Tecnologie di prodotto sostenute da tecnologie di processo.
L'analisi dei grandi temi ambientali mette in evidenza quali conoscenze e capacità tecniche siano necessarie per intervenire sul governo territoriale e sull’allocazione delle risorse per lo sviluppo sostenibile, nella normalità e nelle emergenze. Metabolismo urbano, impronte ecologica delle città, sviluppo sostenibile permettono l'interpretazione dei ritmi di diffusione o concentrazione delle risorse; sono strumenti culturali e analitici per la progettazione di opere, sono gli obiettivi prossimi della formazione professionale di architetti ingegneri e urbanisti.
La complessità delle relazioni impone che la trattazione degli argomenti assuma una forma aperta, pronta ad accogliere e verificare ipotesi e teorie proprio secondo una cultura politecnica, che deve assumere la responsabilità di una visione critica e riflessiva per contribuire operativamente alla sostenibilità.
Tecnologie di processo, tecnologie di prodotto: il villaggio globale non è mito o tendenza, è solo una pubblicità ingannevole, che maschera la concentrazione dei capitali e la formazione di squilibri progressivamente crescenti nei centri urbani preposti al governo delle risorse.
La questione ambientale esige la verifica delle teorie urbanistiche.

Luca Marescotti
È laureato al Politecnico di Milano, dove insegna “Tecnologie di protezione e di ripristino ambientale” per il corso di studio Scienze dell'architettura – Milano Leonardo e per quello di Architettura ambientale e “Le analisi della città e del territorio” per la Scuola di specializzazione in restauro dei monumenti. Ha approfondito ricerche e applicazioni sulle tecniche quantitative e sui sistemi

Publish Date
Publisher
Libreria Clup
Pages
410

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Edition Availability
Cover of: Città tecnologie ambiente
Città tecnologie ambiente: Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione ambientale
2009 September, Maggioli Editore
Paperback
Cover of: Città tecnologie ambiente
Città tecnologie ambiente: Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione ambientale
2004, Libreria Clup
17 x 24 - Italiano

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Book Details


First Sentence

"Premessa Città, tecnologie, ambiente: le città mondiali, metropoli e megalopoli sostenute da una concentrazione tecnologica prima d'ora impensabile, sono la nuova dimensione dell'urbanesimo. Le tecnologie, con tutte le implicazioni legate all'innovazione, nell'urbanistica sono essenziali per rispondere correttamente al governo delle azioni di lunga durata e alla formazione delle condizioni generali economiche e sociali. Le tecnologie, infatti, investono piano, gestione, attuazione e controllo; coinvolgono tutto il processo conoscitivo; modificano la formulazione teorica e gli aspetti pragmatici della disciplina. Tanto più se quel processo sarà fondato su principi di sostenibilità. Alla base dell'accelerazione dell'urbanesimo mondiale, in cui si sfumano i confini tra città, metropoli e megalopoli, l'incremento delle comunicazioni s'intreccia con gli scambi di merci. Dalle città, che richiedono sempre più ampie forniture di servizi, si estendono, però, ombre di domino su territori sempre più ampi, vicini o lontani. Luoghi tecnologici, luoghi di governo e luoghi di servizi, mete della speranza e coagulo di opportunità, siti di magnificenza civile e contesti di comunicazione sociale: tutto questo sono le città, dove sembra che si miscelino ricchezza e povertà, dove la realtà è costruita in modo da separare rigidamente le contraddizioni, dove diversi ritmi marcano le differenze. Le infrastrutture per trasportare energia, acqua e cibi o per smaltire i rifiuti costituiscono gli aspetti concreti che reggono l'urbanesimo, ma dietro ad essi vi sono processi decisionali e processi di controlli della loro costruzione e gestione, il cui successo in larga parte dipende dalla stessa innovazione di procedure e tecniche amministrative. Tecnologie di prodotto sostenute da tecnologie di processo. Metabolismo urbano, impronte ecologica delle città, sviluppo sostenibile permettono l'interpretazione dei ritmi di diffusione o concentrazione delle risorse; sono strumenti culturali e analitici per la progettazione di opere, sono gli obiettivi prossimi della formazione professionale di architetti ingegneri e urbanisti. L'analisi dei grandi temi ambientali mette in evidenza quali conoscenze e capacità tecniche siano necessarie per intervenire sul governo territoriale e sull’allocazione delle risorse per lo sviluppo sostenibile, nella normalità e nelle emergenze. Dall'analisi dei grandi temi risalta proprio la centralità delle tecnologie in quanto mezzi e strumenti per il processo decisionale, per la produzione di territorio e per il controllo delle trasformazioni, con la potenzialità enorme di allargare, mitigare o compensare gli impatti delle trasformazioni. Possono essere indirizzate per concorrere concretamente alla protezione ambientale e allo sviluppo sostenibile, purché siano inquadrate in un'appropriata rifondazione teorica dell'urbanistica, tramite assiomi, definizioni, ipotesi e verifiche. Ogni elemento teorico deve trovare nell'operatività la propria motivazione; un corretto rapporto tra teoria e prassi è più che mai essenziale all'analisi, al controllo e all'individuazione delle soluzioni anche nella selezione tra progetti alternativi; ogni valutazione e verifica si deve basare sulla definizione degli aspetti quantitativi e qualitativi e dei criteri di misura. Il governo delle città richiama, inoltre, principi generali che riguardano i rapporti tra stato e governo, tra pubblica amministrazione e servizi, tra opportunità sociale e salute; il prenderne coscienza significa sviluppare contemporaneamente la conoscenza scientifica dell'urbanistica, approntando teorie e verificandone gli effetti sociali e ambientali, assieme ai mezzi e agli strumenti necessari alla produzione del territorio: politica, scienza e teorie sono strumenti per governare correttamente le tecnologie. Quanto più si estende l'impronta delle città, tanto più il sapere deve aprirsi verso l'ambiente: la nuova dimensione della questione urbana è la questione ambientale. L'attenzione alle criticità, nelle loro molteplici forme, comporta dunque uno sguardo su un orizzonte vasto; è affermazione della necessità del progetto contro l'ineluttabilità di un destino imposto incoscientemente. Le esperienze recenti nel campo urbanistico e in quello ambientale sono caratterizzate dalla presa di coscienza della complessità delle relazioni e dall’impossibilità di controllare progettualmente gli impatti, se non si dispone di sufficienti risorse e di robuste professionalità interdisciplinari nel campo tecnico e in quello politico. Gli scenari mostrano anche l’imprevedibilità con cui la visione e la rappresentazione del mondo può essere formata e modificata e con cui si inducono persino trasformazioni radicali negli stessi atteggiamenti individuali verso l’uso e lo sfruttamento delle risorse naturali. La complessità delle relazioni impone che la trattazione degli argomenti assuma una forma aperta, pronta ad accogliere e verificare ipotesi e teorie proprio secondo una cultura politecnica, che deve assumere la responsabilità di una visione critica e riflessiva per contribuire operativamente alla sostenibilità. Programmare e pianificare interventi nella normalità o nell'emergenza diviene necessità e non facoltà, a cui deve accompagnarsi tempestivamente l'adeguamento dell'organizzazione statale e delle pubbliche amministrazione per fornire risposte collettive, appropriate ed efficienti, alla questione ambientale. Tecnologie di processo, tecnologie di prodotto: il villaggio globale non è mito o tendenza, è solo una pubblicità ingannevole, che maschera la concentrazione dei capitali e la formazione di squilibri progressivamente crescenti nei centri urbani preposti al governo delle risorse. La questione ambientale esige la verifica delle teorie urbanistiche. (...) 1. Analisi e formazione della conoscenza per la pianificazione Le analisi territoriali sono state spesso oggetto di discussioni che vertevano sull’autonomia scientifica in contrapposizione alla sua dipendenza da finalità derivate dalla pianificazione. Un dibattito forse viziato da una visione meramente accademica con settori disciplinari compartimentati, che potrebbe essere superata affrontando invece la questione di quale conoscenza occorra all’urbanistica, indagando il significato e l’utilità delle diverse analisi sociali, economiche, geo-morfologiche, pedologiche e sismiche, per esempio, ma soprattutto le possibilità di accessibilità e di elaborazioni incrociate, i criteri di certificazione e di rappresentazione geografica. L’utilità delle analisi consiste nella loro capacità di orientare la pianificazione; in questo senso pertanto si tratta di individuare quelle che sono proprie a un particolare processo di trasformazione o di “produzione” del territorio. La rappresentazione geografica, che un tempo apparteneva alla cartografia, è essenziale perché permette di individuare in un modello la realtà, chiarendone la volontà di trasformazione. Tuttavia, poiché il territorio è prodotto tramite una pluralità di amministrazioni pubbliche territoriali, è anche necessario supportare la loro azione condividendo di informazioni, ma la velocità delle trasformazioni rende obsoleta rapidamente la rappresentazione cartografica, che in ogni caso sarebbe parziale, poiché priva di descrizioni, se non fosse integrata in un sistema informativo distribuito. Nella valutazione dell’importanza delle diverse tecnologie di processo nell’urbanistica, i sistemi informativi geografici e la georeferenza delle informazioni acquisiscono un significato che va ben oltre l’efficienza economica, per intrecciarsi con la formazione di valori e la gestione delle risorse. Un altro modo di porsi rispetto alle analisi territoriali, diverso da quello dell’urbanista (lo specialista), appartiene al “fruitore”, al cittadino che attraversa città e territorio, che utilizza servizi e coglie opportunità. Il cittadino, per definizione dunque, dovrebbe percepire l’essenza dell’organizzazione territoriale (frutto dell’azione urbanistica), ma spesso è incapace, impossibilitato dalle sue limitate conoscenze, a comprenderla. Se per alcuni il fare urbanistica deve essere supportato da analisi mirate, per altri basta avere intuizioni e fantasia per fare urbanistica: il cittadino ammira le forme cangianti e le luci fantasmagoriche e accattivanti dei grattacieli, spesso dimenticando le caserme d’affitto e le periferie senza centro. Ancora una volta, dunque, nel parlare dell’urbanistica e dell’esperienza territoriale si incontra quella miscela di tecnica e di arte ricorrente in molte definizioni dell’urbanistica. L’impostazione dell’urbanistica come scienza, cioè come disciplina sottoposta a prove e a falsificazione, si allontana da simili definizioni riduttive: l’approccio scientifico all’esperienza urbana e territoriale contraddice così tante volte il buon senso comune, da far ritenere quest’ultimo strumento operativo del tutto inefficiente, se non addirittura pericoloso. Se tra i professionisti si osserva talvolta una volontaria riduzione del campo dell’azione urbanistica, negli altri osservatori si trova un’ingenuità portata all’esasperazione; raramente il tema è approfondito, come se nella storia del fare urbanistica si fossero progressivamente separate le tecniche di pianificazione degli insediamenti dalle tecniche infrastrutturali, fino a staccarsi l’una dall’altra persino nella cultura e nella formazione. La riunificazione non è facile: i rapporti tra città metropoli e tecnologie sono complicati anche per la separazione delle competenze e per una certa ambiguità dei ruoli tra politica e tecnica nella definizione delle scelte, mentre sarebbero necessarie scelte strategiche forti e condivise. Città metropoli e tecnologie era il titolo di un libro di Campos Venuti di vent’anni fa. Le riflessioni teoriche, maturate sull’esperienza lombarda, si arricchivano con le esperienze dell’urbanistica alternativa, proposte anche a Vancouver alla prima conferenza Habitat. In parallelo, quelli che facevano urbanistica attraverso l’amministrazione, trattavano la ristrutturazione autostradale del triangolo industriale (MITO e GEMITO erano le sigle per le nuove autostrade “Milano Torino” e “Genova Milano Torino”). Queste erano allora in sostanza le tecnologie. In due decenni la lentezza nell’ammodernamento ferroviario ha rinvigorito la forza strategica delle automobili, congestionando buona parte della rete stradale e le città, tanto da spingere verso nuovi fronti le riflessioni teoriche e operative della pianificazione urbana, finora elaborata senza compenetrazioni con le tecnologie. In occasione del Piano regolatore generale di Roma del 2000, il trasporto pubblico passa in primo piano come uno degli slogan forti (la “cura del ferro”). Metropolitane e ferrovie finalmente integrate nell’urbanistica sono sostenute dalla riunificazione sotto la stessa strategia della pluralità di pubbliche amministrazioni che gestiscono i trasporti urbani. Nella formazione del piano di Roma sono presenti con funzione sostanziale anche le tecnologie dell’informazione, dalla rappresentazione del territorio ai sistemi informativi e alla comunicazione del piano. Nel complesso appare una visione scientifica e teorica dell’urbanistica aperta alle tecnologie di processo e di prodotto, anche se, purtroppo, un singolo piano regolatore non significa una cultura della pianificazione diffusa socialmente e professionalmente condivisa; la strada è ancora lunga e impervia. Nella formazione della conoscenza scientifica dell’urbanistica è necessario riflettere sulle modalità con cui altre discipline leggono territorio e ambiente; bisogna essere consci che per superare il riduzionismo e per approntare una visione generale nella scienza e nelle teorie, si dovrà aprire la discussione sul controllo delle risorse territoriali, sull’ammodernamento delle pubbliche amministrazioni, sull’armonia delle strategie nella ripartizione delle competenze: dunque con un approccio pragmatico e tecnologico alla produzione del territorio e alla protezione ambientale. (...) Nella presentazione di un “quaderno” del 1999 della rivista Le Scienze sul tema “Ambiente e salute” si propone un bilancio (...) Nelle conclusioni si afferma che, come deve essere sempre più sottolineata l’importanza della ricerca scientifica nello studio dell’ambiente, così: “(…) non deve mancare l’attenzione nei paesi del Terzo Mondo, certamente impegnati in problemi più impellenti, ma che sulla via dello sviluppo devono trovare nelle nazioni tecnologicamente e culturalmente più evolute interlocutori disponibili, per evitare il ripetersi di errori e scelte la cui responsabilità ricade sempre più sulle sorti future del pianeta.” Da queste premesse nasce l’impostazione sulla ricerca di quale funzione e quale parte possano avere le tecnologie a disposizione di architetti e urbanisti per la protezione ambientale. Per leggere e descrivere l’ambiente si devono superare le apparenze. Per giungere a una descrizione “scientifica”, intersoggettiva, dimostrabile, perfezionabile, monitorabile e, persino, falsificabile, bisogna conoscere aria, acqua e suolo nei loro rapporti, nei cicli che li legano dinamicamente, ma condividendo processi conoscitivi. Sarà, quindi, necessario disporre di un sapere atto a formare una conoscenza intersoggettiva, perché basata su elementi comuni accettati dalla comunità che opera sull’ambiente, dimostrabile, perché utilizza un percorso metodologico formalizzato e percorribile più volte ottenendo gli stessi risultati, perfezionabile, perché la formalizzazione è comunque aperta e assoggettabile a ipotesi e variazioni di ingressi e elaborazioni, monitorabile perché analizza storicamente le trasformazioni, falsificabile perché la chiarezza metodologica permette di verificare le ipotesi anche con nuovi postulati o con nuove proposizioni alla ricerca di relazioni e di verifiche continue. Se per l’urbanista è necessario saper leggere contemporaneamente i segni urbanistici e quelli ambientali, in modo da potere avanzare ipotesi e predisporre progetti di ricerca, per le discipline dell’urbanistica e dell’ecologia è necessario che si trovino le aree di contatto e si sviluppino azioni capaci di incidere in entrambi i campi. L’ambiente presuppone una diversa interpretazione del progetto d’architettura, di ingegneria civile e di disegno industriale, presuppone un discorso etico che nessuna logica del profitto sarebbe capace di trovare autonomamente e che solo tramite la politica può trovare spazio in un nuovo contratto sociale. ..."

Table of Contents

ANALISI E FORMAZIONE DELLA CONOSCENZA PER LA PIANIFICAZIONE (Osservatore osservato. Strumenti di viaggio. Lettura di percorsi. Reti territoriali, strade e canali. Forme dei campi, forme dei lotti. Ambiente e territorio: pregiudizi contrapposti a conoscenze).
PER UNA CULTURA DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI (Tecnologie di prodotto e tecnologie di processo. Organizzazione territoriale, risorse e beni pubblici. Lineamenti teorici per un uso appropriato delle tecnologie. Ambiente: quale protezione, quale ripristino. Misura e significato. Dai flussi energetici e dai cicli vitali alla sostenibilità delle politiche territoriali).
RISORSE NATURALI E URBANISTICA (Energia e biomassa terrestre. Aria, acqua e suolo: la qualità nei beni pubblici. Aria, risorse e uso. Impatti di attività umane sulle risorse dell’atmosfera. Inversione termica e effetti urbani sull’atmosfera. La Carta europea dell’aria. Politiche urbane, mobilità e qualità dell’aria. Suolo, risorse e uso. Impatti di attività umane sulle risorse del suolo. La Carta europea del suolo. Consumo di suolo. Contaminazione del suolo e interventi. Problematiche e azioni possibili per il suolo in Italia. Inquinamento, aree industriali dismesse e normative per la decontaminazione del suolo: il caso lombardo. Acque, risorse e uso. Parametri e indicatori dello stato delle acque. Impatti di attività umane sulla risorsa acqua e opere civili di protezione ambientale. La Carta europea dell’acqua. Problematiche e azioni possibili per le acque in Italia: bacini idrografici e infrastrutture idriche Qualità delle acque superficiali e delle acque sotterranee).
SCIENZE E TECNOLOGIE NEL GOVERNO DELLE TRASFORMAZIONI (Urbanistica: da tecniche amministrative a scienza e tecnologia. Centralità dell’urbanistica nelle questioni ambientali. Ecologia della città e impronta ecologica. Tecnologie urbanistiche di processo. Processi informativi e processi conoscitivi. Processi di valutazione, di progettazione e di gestione. Strumenti della pianificazione e livelli di governo. Tecnologie urbanistiche di prodotto. Città spontanee, città abusive. Espansioni e nuovo urbanesimo. Infrastrutture. Per un teoria dell’urbanistica in ambito ecologico: programmi per la ricerca. Il divenire delle città e del territorio).
RIFERIMENTI (Guida alla bibliografia. Un ponte tra ecologia e urbanistica. Il paesaggio come tramite tra ambiente e urbanistica. Territorio e urbanistica nella documentazione internazionale. Tecnologie di processo e tecnologie di prodotto: sostenibilità e società. BIBLIOGRAFIA).
RINGRAZIAMENTI

Edition Notes

Bibliografia pp.353-398
English abstract - Luca Marescotti, Towns, technologies, environment. Technologies for sustainability and environment protection, Libreria Clup, Milano 2004. - Towns, technologies, environment: the world towns, metropolis and megalopolis supported by technological concentration unthinkable before, are the new urban dimension.

In urban planning, technologies and what concerning changes, are essential to a proper answer in managing long lasting actions and in creating economic and social general conditions. Technologies, in fact, concern planning, management, realization and control; they involve the whole survey process; they change theory and practice of the discipline. And even more if the process will be based on principles of sustainability. The infrastructures to carry energy, water and food or to dispose of the waste are the real instruments supporting urbanization, but behind them there are the decisional process and the control process of their construction and running whose success mostly depends on the innovation of managing procedures and technologies.
Product technologies supported by process technologies.
The research on the great environmental subjects points out which technical knowledge and competence are needed to intervene on the territorial management and on the resources allocation for the sustainable development, in normality and in emergency situations.
The urban metabolism, the ecological footprints of towns, the sustainable development allow to explain the time of spread or the concentration of resources; they are cultural and analytic instruments to plan works, they are the future aims of the vocational training for architects engineers and planners.
The complexity of relationships calls for an open discussion of the subjects, for a discussion able to accept and check hypothesis and theories according to a proper polytechnic culture, that has to take the accountability for a critical and thoughtful opinion to contribute practically to sustainability.
Process technologies, product technologies: the global village is not myth or trend, it is only a misleading advertising that conceals the concentration of capitals and the forming of imbalance rising in a progressive way in those town centers appointed to manage resources.
The environment problem needs the test of urban planning theories.

Published in
Milano
Series
Politecnica
Genre
saggio critico

Classifications

Dewey Decimal Class
711, 625

The Physical Object

Format
17 x 24
Number of pages
410

ID Numbers

Open Library
OL22361084M
ISBN 10
8870906647
OCLC/WorldCat
636581129

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