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Una credibile "Cultura per la pace" non può prescindere da una visione critica dell'uomo, dal linguaggio che lo collega alle reali istanze della società. Una riflessione che ci fa osservare come ogni conformistica manipolazione della mente da parte di chicchessia, esprime un pericoloso atto di censura, di violenza sul libero pensiero che medita una serena dialettica di pace a significato della vita. Si presenta peraltro indispensabile ai fini del dignitoso comportamento democratico, rendere sempre più partecipe alla pratica del linguaggio tutta l'immaginazione critica del singolo e del collettivo, affinché in seno al sociale si avveri di fatto una comunicazione non-violenta. La storia prova da sempre che quando a definire il cammino dell'umanità decide una persona sola, il futuro riserba sempre gravi flagelli per le moltitudini delle genti.
Il disarmo, senza farci illusioni, non può dipendere né dalla buona volontà dei governi, né da quella di singole persone che operano ai vertici o alla base della società, ma dal metodo d'informazione che sa quantificare nel quotidiano un linguaggio di autentici valori umani e non illusori. La grande personalità non si riconosce nelle piaggerie dei risvolti anagrafici comunque assecondati, ma dai valori che sa motivare l'iniziativa del singolo o del gruppo in seno al sociale. La spiegazione della pace, come cultura di civiltà, può riscontrare un grande significato nella pratica artistica d'ogni movenza creativa. L'arte, al contrario di molte filosofie, unisce il genere umano e non lo divide. Se perlomeno una parte della classe politica avesse compreso minimamente il senso naturale e la portata culturale dello spirito associativo che può generare dall'arte, avrebbe indubbiamente promosso qualcosa di sano e di nuovo per la serena e pacifica coesistenza dei popoli oggi minacciati dallo sterminio atomico.
Un discorso non-violento che ARTECULTURA conduce da lustri nella sua forma iniziale, ma in questo ultimo spazio di tempo, grazie alla fiducia delle sopraggiunte collaborazioni, si propone di approfondire e di estendere in tutto l'operato della nostra società. Una ricerca che pensiamo di collegare al linguaggio della famiglia, della scuola, dei luoghi di lavoro e di ogni spazio sociale, affinché si liberi come specifico momento d'incontro chiarificatore tra padri e figli, insegnanti ed alunni, lavoro umano e democrazia del diritto, tra istituzioni e coscienza civile una "Cultura per la pace". Una cognizione dell'intelligenza che armonizzi la morale e la scienza, che va oltre la stessa soggettività pacifista e religiosa, perché raccoglie l'elaborato di tutta la presenza sociale, nel divenire ruolo unitario di vita prodigiosamente creativa. (G.M.)
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- Created March 10, 2024
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March 10, 2024 | Edited by marino222 | Edited without comment. |
March 10, 2024 | Edited by marino222 | inserito |
March 10, 2024 | Edited by marino222 | //covers.openlibrary.org/b/id/14596000-S.jpg |
March 10, 2024 | Created by marino222 | Nuovo libro aggiunto. |